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Verdone C.

IL MISE, CON IL VOUCHER DIGITALIZZAZIONE HA DISCRIMINATO I LIBERI PROFESSIONISTI: E' QUESTO IL P


La notizia è nota: il bando che ha dato l'avvio ai famosi voucher per la digitalizzazione delle PMI ha escluso di fatto dalla platea dei beneficiari i liberi professionisti perché privi di uno dei requisiti fondamentali previsti dal decreto e cioè l'iscrizione al Registro delle Imprese. Nonostante qualche timida rimostranza da parte di alcune associazioni di categoria, a ridosso della scadenza prevista per la presentazione delle domande, non c’è stata nessuna marcia indietro del MISE sulla decisione presa con il decreto direttoriale del 24 ottobre 2017.

Adesso, a distanza di un mese dalla chiusura dello sportello telematico per la presentazione delle domande, il CUP (Comitato Unitario Professioni) e la Rete Professioni Tecniche (RPT) ritornano ad alzare la voce chiedendo addirittura la richiesta di annullamento in autotutela del decreto e la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, includendo tra i beneficiari anche i liberi professionisti.

Le due organizzazioni citate, infatti, hanno richiesto ed ottenuto, dal Prof. Avv. Nicola Colacino, un parere “pro veritate” che ha confermato, attraverso un’attenta rilettura della normativa, la sussistenza giuridica della discriminazione a danno dei liberi professionisti. In pratica nel parere fornito dal Prof. Avv. Colacino si evidenzia come «sin dall’entrata in vigore della legge di Stabilità 2016, il legislatore italiano ha inteso affermare la piena equiparazione tra Pmi e liberi professionisti ai fini dell’accesso ai piani operativi». Pertanto è giusto ritenere che «tutti gli interventi di sostegno alle Pmi previsti dai piani operativi Pon e Por debbano ritenersi estesi ipso iure anche ai liberi professionisti»

Insomma un pasticciaccio tutto italiano che rischia di far saltare anche una misura estremamente utile per le micro e PMI e ben strutturata (anche per la semplicità burocratica), se non fosse per esiguità delle somme messe a disposizione. Infatti per i 100 milioni di euro stanziati sono state presentate 91.500 domande (vale a dire meno di mille euro per soggetto richiedente

a fronte dei 10.000 euro previsti).

Tutto questo succede mentre il Paese è in balia di una classe politica incapace di darle un governo solido e duraturo, nonostante la consultazione elettorale appena conclusa.

Naturalmente, fonti ministeriali, più o meno velatamente, fanno sapere che il Ministro Calenda non ha intenzione di esprimersi sulla materia in questione e che ci dovrà pensare il nuovo inquilino del Palazzo a risolvere la questione, compreso un eventuale rifinanziamento della misura agevolativa.

Per adesso, del decreto cumulativo di assegnazione dei voucher, ancora non c’è traccia.

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